Eccoci all'ultima parte del nostro tour sulle distillerie dell'isola di smeraldo. Nella precedenre puntata (che trovate qui) vi abbiamo raccontato la storia dell'Irish Whiskey, in questa seconda parte invece ci concentreremo sugli ultimi anni e su come oggi il whiskey e l'Irlanda siano in grande fermento, buona lettura!

Una nuova era

Probabilmente la nuova era dell’Irish whiskey si apre con l’acquisizione della distilleria Cooley da parte del gigante Jim Beam. Siamo alla fine del 2011, gli investimenti in marketing da parte di Diageo per Bushmills e Pernod Ricard per Irish Distillers sono alti e la richiesta in salita. In questo ambiente in fermento sono in arrivo nuovi whiskey prodotti da nuove realtà, agli storici Jameson, Powers, Tullamore DEW e Old Bushmills si affiancano prima Kilbeggan, Tyrconnell e Connemara prodotti da Cooley e poi un’altra bella serie di prodotti come Glendalough, Hyde o The Dublin Liberties, per fare i primi nomi che ci vengono in mente, whiskey prodotti in Irlanda ma non da nuove distillerie, cosa?!

Si, se ricordate bene nella prima parte di questo articolo (se non l’avete ancora letto andate qui) parlavamo di come Bushmills ma soprattutto la distilleria di New Midleton fosse pensata per distillare una quantità decisamente maggiore dell’attuale fabbisogno di produzione, la distilleria infatti era nata con l’idea di poter produrre una grande quantità di whiskey, e grazie al suo equipaggiamento poteva decidere anche quale stile utilizzare (tripla o doppia distillazione, alambicco continuo o discontinuo, blended, single grain, single malt, ecc…) tutta questa potenza non era dedicata solo alla Irish Distillers, ma poteva anche essere utilizzata da aziende esterne, in pratica si poteva andare da Midleton e richiedere di distillare un whiskey secondo le proprie specifiche e poi imbottigliarlo sotto la propria etichetta. La stessa cosa è, o meglio era, possibile fare in Cooley. La distilleria di John Teeling infatti oltre a produrre per il proprio fabbisogno distillava anche per privati o altre aziende. In pratica Irish Distillers e Cooley potevano fornire tutto il whiskey che si voleva, come lo si voleva e a prezzi contenuti, quindi perché aprire una nuova distilleria?

Questa è la strada che avevano intrapreso tutti o quasi i nuovi imprenditori dell’Irish whiskey, nomi che si sono pian piano fatti strada tra gli appassionati vendevano prodotti che non provenivano da una nuova distilleria ma da distillerie già in attività che producevano per loro. Quindi cosa è successo poi?

Alla fine del 2011, come anticipato, l’americana Jim Beam acquista la Cooley di John Teeling per circa 72 milioni di €, oltre Cooley la Jim Beam acquisisce anche la Kilbeggan che John Teeling aveva iniziato a recuperare nel 2007 e che era ormai quasi totalmente operativa. La Kilbeggan è in teoria la più vecchia distilleria di whiskey in attività, ha conseguito la licenza nel 1757 e oggi mantiene ancora parte dei suoi edifici originali. La nuova azienda prende il nome di “Kilbeggan Distilling Company”, nome tutto sommato intelligente, la Kilbeggan è decisamente un marchio con più storia e fascino rispetto a Cooley.

Qui si chiude (o meglio di apre!)

Con l’acquisto di Cooley e Kilbeggan la Jim Beam “chiude i rubinetti” e tutta la capacità delle due distillerie viene dedicata alla produzione dei propri marchi. Nel mentre, nel 2013 la New Midleton conclude i suoi piani di ampliamento e raddoppia la sua produzione, passando da 34 a circa 60 milioni di litri l’anno, anche qui produzione che servirà solo a Pernod Ricard vista la richiesta in crescita per i suoi prodotti. In pratica tutte le aziende indipendenti che producevano whiskey con il proprio marchio si ritrovano sul ciglio del baratro e hanno solo due soluzioni, soccombere o aprire una nuova distilleria.

Per fortuna i problemi con Cooley e Midleton hanno dato vita a nuovi ed entusiasmanti progetti, alcuni erano già in essere prima del 2011, altri invece sono nati successivamente. Con la richiesta che continua a salire, la Brexit, e gli investimenti di Pernod Ricard, Beam Suntory e i messicani di Casa Cuervo (che nel frattempo hanno acquistato Bushmill nel 2014 da Diageo) non c’è probabilmente momento migliore per aprire una distilleria sull’isola di Smeraldo!

Bene, ora sfatiamo il mito delle sole 3 distillerie irlandesi che lavorano per tutti e spostiamo la nostra attenzione su alcune delle nuove distillerie, attualmente (febbraio 2020) sono quasi 30 le distillerie attive in Irlanda, e altre sono in procinto di essere aperte, per tenervi aggiornati potete vedere la mappa che abbiamo preparato qui sotto e che cercheremo di tenere aggiornata.

Irish DistilleriesCliccate sull'immagine per la mappa interattiva


Kilbeggan (2007)

Abbiamo già anticipato qualcosa su Kilbeggan, la distilleria è stata fondata nel 1757, 27 anni prima di Bushmills, ed è stata chiusa nel 1957, quindi esattamente 200 anni dopo. Nel 1988 la distilleria Cooley, dell’allora proprietario John Teeling, ne acquista strutture e marchio (i locali erano stati adibiti a museo dalla gente del posto ed erano in discrete condizioni). Nel 2007 viene installato in Kilbeggan un vecchio alambicco proveniente da Tullamore D.E.W. e la distilleria inizia ad essere utilizzata da Cooley per una sola distillazione, nel 2010 arriva il secondo alambicco al quale vengono aggiunti 4 washbacks e un mash tun, ora la distilleria è di nuovo completa. Prima dell’acquisto da parte di Jim Beam Kilbeggan veniva usata da Cooley per sperimentare nuove distillazioni, dall’acquisizione però la distilleria è sempre più il volto della “Kilbeggan Distilling Company”.

Kilbeggan distillery
Kilbeggan distillery, Kilbeggan

Dingle (2012)

Fondata nel 2012 la Dingle produce whiskey a tripla distillazione ma anche gin e vodka, si trova nella penisola omonima ed è la distilleria più occidentale d’Irlanda. È una distilleria tra le più artigianali e con una produzione di sole 12 botti a settimana (2015). Il primo whiskey rilasciato, in piccoli lotti (batch), è il Dingle Single Malt (il batch numero 1 è stato rilasciato nel 2016), oggi insieme al single malt si è aggiunto al core range anche il Single Pot Still oltre ad una piccola serie di rilasci in edizione limitata come il Dingle Dark Star Ale del 2018.

Alltech (Pearse Lyons Distillery 2013)

Vi sembrerà strano ma Alltech è un’azienda americana che si occupa di biotecnologie e che “migliora le prestazioni e la salute di persone, animali e piante attraverso l’alimentazione naturale e l’innovazione scientifica”, ora, chi pensa ancora che il whiskey faccia male?

A parte le battute la distilleria era in mano al Dott. Pearse Lyons, una persona tutt’altro che sprovveduta in fatto di whiskey, oltre ad avere ottenuto un dottorato in fermentazione dei lieviti aveva anche un master in produzione di birra e in distillazione acquisito grazie al lavoro effettuato presso Guinness e Harper. Ah, dimenticavamo, era irlandese e successivamente a Guinness aveva lavorato anche per Irish Distillers.

Pearse Lyons ci ha lasciato nel 2018 ma la sua impronta è ancora ben evidente soprattutto nei rilasci della Pearse Lyon Distillery di Dublino. La distilleria è equipaggiata con 2 alambicchi e utilizza la doppia distillazione al posto della tripla, si trova all’interno della bellissima e restaurata St. James’ Church e attualmente ci sono 5 rilasci, di cui 3 blended (The Original, Cooper’s Select e Distiller’s Choice) e due single malt (Founder’s Choice e Pears Five Years Old).

Echlinville Distillery (2013)

Fondata nel 2013 ha già un piccolo record, è stata la prima distilleria di whiskey in Irlanda del Nord a richiedere la licenza di distillazione dopo 125 anni di distanza dall’ultima.

L’inizio della distilleria è stata simile a molte altre, ricade infatti negli esempi che abbiamo fatto prima, la Enchlinville ha fatto uscire nel 2015 la sua linea di single malt con il marchio Dunville’s, invecchiamento minimo 10 anni, il che significa che ovviamente non è stato distillato qui, il primo single malt distillato e imbottigliato in casa prenderà il nome di Enchville e dovrebbe uscire tra la fine di quest’anno e inizio del prossimo. Attualmente la distilleria produce anche un gin, distillato in alambicchi pot still.

Echlinville distillery
The Echlinville distillery, Newtownards


Tullamore D.E.W. (2014)

La distilleria Tullamore DEW della cittadina omonima è stata chiusa nella fusione di Irish Distillers, ma nel 2010 è partito un progetto per la costruzione di una nuova distilleria del valore di 35 milioni di € distante poche miglia dalla vecchia. Il progetto è terminato nel 2014 e l’impianto è dotato di 4 pot stills per una produzione annua di circa 1 milione di litri di alcol.

Rimane attiva anche la vecchia sede, quella all’interno della cittadina di Tullamore che è visitabile e dove sono organizzati i tour, sono invece vietati in questa nuova distilleria.

Teeling (2015)

Nel 2012, successivamente alla vendita della Cooley, la famiglia Teeling decide di aprire una nuova distilleria a Dublino, sarà la prima distilleria ad aprire nella capitale d’Irlanda dopo 125 anni e alla quale, come vedremo, ne sono seguite altre. Questa volta la distilleria viene tirata su da zero con tre alambicchi di tipo pot still (fabbricati in Italia). La Teeling apre ufficialmente nel 2015 ed iniziano i primi rilasci, lo Small Batch, il Single Malt e i vari vintage. Ma come ha fatto una distilleria aperta nel 2015 a rilasciare dopo pochi mesi i suoi primi prodotti? Semplice, John Teeling nell’accordo di vendita della Cooley, oltre ai “contanti” si era portato via anche qualche migliaio di botti piene, perfette per avere qualcosa da vendere prima che la produzione entrasse a regime. Alla fine del 2018 è stato rilasciato il Teeling Single Pot Still, il primo imbottigliamento distillato, maturato e imbottigliato nella nuova distilleria.

Teeling disyillery
Teeling distillery, Dublino

Glendalough (2015)

Fondata nel 2011 da 5 amici la Glendalough ha iniziato, come molte altre, ad acquistare stock di whiskey da una delle tre grandi distillerie d’Irlanda (Cooley) e a rivenderlo sotto il proprio marchio. La produzione alla Glendalough distillery (pochi chilometri a sud di Dublino) è iniziata ufficialmente nel 2015.

Attualmente la distilleria è di proprietà della Mark Anthony Brands International e produce oltre a single malt whiskey anche gin e poitin.

Walsh Whiskey (2016 – Royal Oak 2019)

La storia di Walsh è decisamente particolare, l’azienda viene fondata nel 1999 da Bernard e Rosemary Walsh che iniziano la loro avventura come produttori di Irish Coffey. Nel 2006 avviene la svolta, l’azienda infatti sigla un accordo per la fornitura di whiskey con una delle tre grandi distillerie d’Irlanda, accordo per fortuna dei Walsh, molto lungo. L’anno successivo iniziano i rilasci di Irish whiskey, e sebbene “Walsh” come nome sia decisamente sconosciuto ai più, probabilmente conoscerete almeno uno dei suoi whiskey. Nel 2007 viene lanciato il The Irishman mentre nel 2009 è il turno del Writers’ Tears. Nel 2016 grazie all’accordo con l’italiana Ilva Saronno (che investe 25 milioni di €) apre la Walsh Distillery nella contea di Carlow.

Nel 2019 però alcuni problemi tra la direzione irlandese e quella italiana portano allo scioglimento della società, nell’accordo alla Walsh rimangono i marchi (Writers’ Tears e The Irishman) alla Ilva Saronno invece la distilleria che viene ribattezzata Royal Oak.

Roe & Coe (2019)

Nell’800 la George Roe & Co era la più grande distilleria d’Irlanda, la sua struttura di estendeva per quasi 7.000 ettari nella zona di Thomas Street lo storico quartiere dei distillatori di Dublino (dove ha sede anche la Guinness). Con il susseguirsi però delle varie guerre e crisi mondiali la Roe & Co chiuse i suoi cancelli nel 1926.

Nel 2017 la Diageo (proprietaria di Guinness) ha deciso di investire 25 milioni di euro per riportare la Roe & Co. sulla scena mondiale, la nuova distilleria al 92 di James’s Street, è stata completata ad inizio 2019 ed ha iniziato a distillare un paio di mesi più tardi.

Roe & Co disyillery
Roe & Co.distillery, Dublino

The Belfast Distillery Company (in corso)

Altra storia decisamente particolare, nel 1996 Peter Lavery un autista di bus ha vinto ben 10 milioni di sterline alla lotteria e anziché acquistare case e auto di lusso ha deciso di creare la Belfast Whisky Company. La compagnia dal 1996 ha rilasciato decine di whiskey, anche sotto nomi diversi (brand più conosciuti Danny Boy e Titanic Whiskey).

Sebbene la partenza dell’attività nella costruzione di una nuova distilleria risalga al 2012 la stessa, per problemi strutturali, non ha ancora visto la luce. Dopo 5 anni e 5 milioni di sterline i piani sono stati rivisti e un nuovo progetto è stato presentato nel 2019. La distilleria dovrebbe sorgere nella capitale dell’Irlanda del Nord, e più precisamente a Crumlin Road Gaol una vecchia prigione chiusa proprio nel 1996.

Il lieto fine?

Ogni tanto quindi una bella notizia, l'Irish whiskey sembra essere uscito dal proprio letargo e sembra sia decisamente pronto a ritagliarsi una fetta di mercato ragguardevole. Per quanto ci riguarda non resta che attendere i prossimi mesi/anni quando tutte le distillerie appena costituite (e che si costituiranno) inizieranno a rilasciare i propri prodotti, siamo sicuri che ci divertiremo!

Alla prossima, Sláinte!